PENCHAK SILAT

Il Combattimento Totemico


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L'area del Penchak Silat è ancora più vasta di quella del Kali filippino, coprendo quella vasta area della Terra che è l'Indonesia, insieme a parte della Malesia ed altre zone a queste culturalmente e geograficamente legate.
A noi europei, queste zone ci appaiano remote e selvagge, le rotte orientali per queste isole ricche di spezie e materie prime sono state battute dall'antichità. Da sempre sono state visitate dai maggiori popoli marinai, vuoi gli indiani, gli arabi, i cinesi, fino all'arrivo degli europei, la Compagnia delle Indie inglese e la Compagnia delle Indie Orientali olandese.
Se il mare unisce, la terra spesso divide, e le molte etnie e tribù conobbero spesso la guerra, guerre fra loro e contro chi veniva dal mare, non sempre in pace. Commerci e battaglie, una natura esuberante e spietata, spronarono i nativi a sviluppare molte abilità, creando caste e tribù guerriere di audaci combattenti.
Il Penchak Silat è questo, si possono trovare influenze provenienti dalle grandi scuole, l'indiana, la cinese, la giapponese, e sarebbe interessante ricostruire tutte queste penetrazioni storiche e cosa gli influssi hanno realizzato, ma si può notare come sia originale il sistema autoctono, con le numerosissime sfumature nelle tante scuole locali.
Il significato del nome "PENCHAK SILAT" è incerto. Secondo alcuni proviene dall'etnia guerriera dei Minankabau di Sumatra, dove "Penchak" significa "tecnica marziale" e "Silat" "applicata al combattimento". Sempre in Minankabau "Silat" significa anche "uccidere". Secondo lo studioso Donn F. Draeger il termine deriva dal cinese e significa "parare un attacco e colpire". Infine, un'altra tesi propone una derivazione dall'arabo, per cui il termine "Silat" significherebbe "incontro".
Caratteristica comune del Silat è un forte accento totemico. La maggior parte delle scuole si ispira agli animali: tigre, bufalo, coccodrillo, aquila, pesce torpedine, pipistrello, gallo e così via. Altre si ispirano alle caratteristiche locali come fiumi fluenti e rapidi, montagne solenni. I movimenti imitano le caratteristiche fisiche e il modo di combattere degli stessi animali e, nei loro paesi d'origine, è prevista una cerimonia totemica con cui il combattente ormai esperto si "affratella" con l'animale da cui si ispira la scuola.

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Note di storia


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L'Indonesia è formata da 13.000 isole, che coprono un arco di cinquemila chilometri dall'Indocina all'Australia. Ci sono isole grandi come Sumatra, o tante molto piccole. Nel "continente Silat", anche e noi studiamo stili indonesiani, dobbiamo includere anche la Malesia, con il Borneo e la penisola della Malacca.
Come le Filippine, queste terre hanno conosciuto migrazioni e conquiste da parte delle civiltà asiatiche dell'India e della Cina. La cultura originale si basava su una religione animista, poi affiancata dal pantheon indiano nei secoli dei grandi imperi indù. Il secondo, più famoso, il Majapahit, si concluse nel XIV secolo, anche per la spinta invasiva dell'Islam.
Nel XVI secolo arrivarono i portoghesi e, in seguito, olandesi, spagnoli e inglesi. L'Arte Marziale si sviluppò sia come sistema tribale, sia come opposizione ai colonizzatori. In questa cultura indonesiana-malese si trovano quindi influenze tecniche indù, cinesi, tailandesi, giapponesi, arabiche ed europee.
Tali influenze si notano anche nelle discipline di combattimento, vale a dire nel Silat, anche se su un telaio autoctono, come si può notare dalle caratteristiche esclusive di molte armi. Alcuni studiosi hanno diviso il Silat in tre gruppi, ognuno dei quali risponde ad un'area di influenza. Il primo è il "Kuntao", composto da stili che sono la versione indonesiana, anche antica, di stili continentali, soprattutto cinesi. Il secondo gruppo è il "Penchak Silat" vero e proprio, dove si trovano si influenze extra indonesiane, ma in un contesto specifico ed proprio della cultura indonesiana. Il terzo gruppo è composto da stili locali, praticati all'interno di una tribù o di un gruppo familiare, con caratteristiche autonome l'uno dall'altro.
Caratteristica del Penchak Silat è quella di essere, come tutte le Arti Marziali vere e proprie, un sistemi integrati di armi, colpi, leve e proiezioni. Secondo le aree geografiche, è possibile riconoscere una maggiore specializzazione in alcuni fattori, in accordo all'ambiente in cui si vive. Per questo possiamo trovare aree specializzate nei calci, o nelle tecniche di braccia, in ambedue, o nelle tecniche di corpo a corpo. Altre caratteristiche del Silat sono: lo studio del combattimento uno contro più avversari, l'ispirazione ai movimenti degli animali, il particolare uso delle gambe.
Attualmente il Penchak Silat è in forte crisi nel suo paese natale, dove gli viene preferito il Karate, il Judo ed il Tae Kwon Do, insieme al Wu Shu, per la possibilità fare di gare, sostenere esami, conseguire gradi e mettersicinture, e altre caratteristiche di massa che il Silat non possiede. E' in Occidente, Europa ed America, che queste interessantissime discipline, come sta avvenendo per altre Arti Marziali tradizionali asiatiche, trovano molti appassionati e studiosi decisi a tramandarne tecniche ed essenza.

Il KALI e il SILAT in Sicilia


Gli istruttori del Kkienn Budo Club fanno parte di un gruppo che, nella metà degli anni novanta, hanno portato il Kali dapprima e il Silat poi, in Sicilia. Questo gruppo si è formato seguono gli insegnamenti e il metodo del maestro MAURIZIO MALTESE, che comprende molte scuole di Silat.
Lo studio del Silat, in particolare, comprende la pratica di diversi sistemi di sparring simulato e semilibero di notevole interesse formativo.
Presso il Kkienn Budo Club il Pencak Silat viene studiato in parallelo col Kali filippino, con cui presenta forti analogie e ne è un ottimo complemento. Lo studio iniziale è basato soprattutto sullo stile "CIDEPOK" di Bali integrato da nozioni di stili a questo culturalmente legati, come il Cimande, il Citembak, il Cikalong, il Cimacan e altri come l'Harimau di Sumatra.
Questo sistema di studio è la didattica del maestro Maurizio Maltese, studioso e divulgatore italiano, che ha appreso diversi stili durante i suoi soggiorni nel sud-est asiatico.
Lo stile Cidepok è un'Arte Marziale completa, armonica e suggestiva, molto ispirata ai movimenti degli animali e alle forze della natura. Prevede un'azione progressiva di neutralizzazione, colpo, leva, ripetuta e sistematica fino al superamento dell'avversario.
A questa "scuola base" si aggiungono due scuole totemiche: il Karbau, il bufalo, e il Buaya, il coccodrillo.
Questo tipo di Arti Marziali, poco diffuse, non sportivizzate, mostrano ancora quale fosse l'efficacia originaria di una disciplina di combattimento tradizionale.

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